Gli anziani del centro diurno di Gragnano Trebbiense hanno affascinato con i loro racconti due classi delle scuole elementari
Da "La Liberta" (versione digitale) del 3 Maggio 2023 - Articolo a cura di Christian Brusamonti
Anna era una bambina ma ricorda ancora benissimo, come se fosse ieri, quella volta che dalla finestra della soffitta di casa vide nella notte i bagliori e le luci del bombardamento del ponte sul Trebbia. E Tina ha ancora adesso i brividi a pensare a quell’aereo che si abbassò su di lei mentre,sull’argine del Trebbia, stava andando a casa diun’amica. «Dalla paura - dice - mi misi a correre e piangere verso casa mia e per lo spavento mi venne la febbre alta per giorni». Esperienze che sembrano lontanissime per i bambini di oggi e che, invece, sono successe neppure ottant’anni fa. I ragazzi delle classi quarte delle scuole elementari di Gragnano hanno potuto sentirle dalla viva voce dei protagonisti, quegli ex bambini di tanti anni fa costretti a vivere le difficoltà della guerra e oggi sereni ospiti del centro diurno di Gragnano. Nei giorni scorsi le due classi hanno fatto visita ai nonni della struttura gestita dalla cooperativa Auroradomus. Accolti dalla coordinatrice del centro Giovanna Maschi e dall’animatrice Mirta Bazzini con la responsabile tecnica dell’area anziani Valentina Montanari, gli alunni hanno ascoltato con attenzione le storie degli anziani che, in qualche caso,superano i novant’anni d’età. Le hanno fissate su un cartellone e poi si sono messi a disposizione dei più piccoli per le loro domande, tutte basate sul periodo della guerra. A incuriosire maggiormente i più giovani sono stati i racconti legati alla vita quotidiana alle prese con il coprifuoco, a partire dalla necessità di oscurare porte e finestre in orario notturno per evitare che un minimo bagliore scatenasse i mitragliamenti aerei degli Alleati, attraverso quell’aereo minaccioso che tutti impararono presto a soprannominare “Pippo”. E hanno imparato cosa fosse una “tessera annonaria” e il dover fare i conti con il cibo razionato, circostanze così diverse dall’abbondanza dei giorni nostri. «Mia mamma nascondeva il pane in un cassetto che poi chiudeva a chiave» ricorda Michele. « Io avevo così fame che infilavo la mano da sotto il cassetto per cercare di afferrare un po’ di pane». Gli studenti hanno regalato agli ospiti un cartellone con un messaggio di pace. Dopo il Covid, l’incontro è stato il primo passo per instaurare nuovi rapporti tra le generazioni ma anche tra l’istituto comprensivo e il centro diurno: così, in futuro, ci saranno nuove chiacchierate tra bambini e anziani, anche su temi più leggeri.