I progetti di aggregazione giovanile gestiti da Auroradomus si prefiggono come obiettivo quello di offrire ai giovani nuove opportunità di crescita, conoscenza di sé e degli altri ed espressività artistica. Uno dei mezzi privilegiati per queste azioni è rappresentato dal Teatro, attività in grado di coinvolgere ragazzi e ragazze attraverso il verbo, il corpo e la mimica, in grado di fondere gioco e riflessione, ascolto dell’altro ed esperienza di sè, con l’obiettivo finale di portare in scena un piccolo frammento della propria storia.

Gli ultimi mesi, segnati dall’uscita definitiva dalla triste epoca della pandemia, hanno visto svolgersi ben tre progetti teatrali che hanno coinvolto ragazzi e ragazzi del territorio della Pedemontana.

“Cartoline dallo spazio”, condotto da Silvia Scotti per l’associazione U.O.T. (Unità di Organizzazione Teatrale), è nato come laboratorio sulle tecniche di ascolto, ritmica, immaginazione, scrittura e improvvisazione che ha portato in scena 13 ragazzi di Officina Giovani di Collecchio, alle prese con la creazione di “cartoline” spedite da luoghi immaginari, intimi e personali. Lo spettacolo si è svolto lo scorso 27 maggio nella sala civica di Casa I Prati ed è stata per tutti i partecipanti la prima occasione per esibirsi davanti al pubblico.

Diverso per approccio e metodologia è stato il progetto “Mi rimetto in ascolto”, cofinanziato dalla Regione Emilia Romagna nell’ambito dei progetti della L.14, che ha fatto sperimentare ai ragazzi di “Free Time” di Traversetolo e di “Spazio Civico” di Felino le tecniche del Teatro Sensoriale elaborate da Elisa Frascà. Attraverso la lettura e l’interpretazione dei brani del testo poetico “Caino” di Mariangela Gualtieri, i partecipanti hanno costruito un percorso di oggetti autocostruiti, gesti, parole, uniti tra loro da un filo rosso che ha permesso l’allestimento di due suggestive performance pensate per coinvolgere un solo spettatore alla volta. Gli esiti sono andati in scena a Felino e a Traversetolo e il laboratorio ha dato vita ad una mostra fotografica che attraverserà, nei prossimi mesi, gli altri spazi di aggregazione giovanile del territorio.

“Il Filo di Sofia”, che ha coinvolto i ragazzi di “Air Jam” di Monticelli e i bambini di “6/13 Spazio Ragazzi” di Traversetolo ha invece utilizzato la tecnica del teatro per parlare ai giovani di Filosofia, utilizzando tecniche di drammaturgia per riflettere collettivamente sul significato delle parole.

Sono state tre esperienze entusiasmanti per i giovani coinvolti, che hanno scoperto un modo differente di abitare e vivere gli spazi di aggregazione.