Nell’ingresso del Centro Cure Palliative di Fidenza c’è un quaderno, una sorta di diario dove le persone sono solite lasciare un pensiero o, più spesso, un ringraziamento.
Tra le parole più ricorrenti si legge «umanità». Proprio l’umanità è il perno attorno al quale, dal 2004, si costruisce l’Hospice, gestito dalla cooperativa sociale Auroradomus, alla quale nel 2008 si affianca, con la sua preziosa opera di volontariato, l’Associazione Dott. Bruno Mazzani.
Le redini della struttura sono tenute da una équipe di infermieri specializzati e costantemente aggiornati, che collabora a stretto contatto con psicologi e medici.
Uno dei punti di forza e distinzione della struttura di Fidenza è il dialogo continuo coi medici di base, che continuano a seguire il proprio paziente anche durante la permanenza nel Centro.
Questo consente al malato, caso quasi unico in Italia, di continuare ad essere seguito dal proprio dottore di fiducia, che conosce a fondo la sua situazione non solo clinica ma anche psicologica e famigliare.
La cura dei pazienti dell’Hospice, infatti, non si basa esclusivamente sulla somministrazione di farmaci, ma a questi affianca un percorso fatto per prima cosa di amore, sostegno e ascolto. Esso intende la vita come un dono, che ciascuno ha il diritto di vivere con dignità, da “persona”, fino all’ultimo istante.
In questo contesto si inseriscono le sedute di Musicoterapia e Reiki, due discipline ancora poco conosciute in Italia, ma ampiamente sfruttate nei paesi anglosassoni. La prima si avvale della musica con l’obbiettivo di aiutare il malato ad esprimere le proprie emozioni, a ricordare momenti piacevoli del passato e a scoprire risorse personali inaspettate.
Il secondo è una tecnica orientale di rilassamento, che apporta benefici a livello emozionale, mentale e spirituale e dà risultati positivi anche a livello fisico.
L’impegno di Auroradomus si rivolge anche all’esterno con iniziative che coinvolgono tutta la popolazione. Le decorazioni del soffitto della struttura, ad esempio, sono opera dei bambini delle elementari, che nel 2010 hanno preso parte al progetto “Il cielo in una stanza”, volto ad affrontare coi più piccoli il tema del lutto e della separazione.
A febbraio 2012, invece, inizierà il progetto «Germogli», rivolto ai ragazzi delle superiori, per sensibilizzarli sul valore della vita, della morte e sull’importanza delle Cure Palliative.
All’interno della struttura, inoltre, lungo il corso dell’anno si svolgono mostre di quadri, concerti, presentazioni di libri e incontri ludici con i bambini per portare sollievo alle persone qui accolte. Tutte queste iniziative hanno lo scopo di diffondere la cultura delle Cure Palliative, che non coincide, come spesso si pensa, con l’uso più o meno invasivo degli oppiacei, ma è sinonimo di qualità della vita.
“Non numeri ma persone”, scrive qualcuno sul quaderno all’ingresso, la filosofia dell’Hospice di Fidenza è proprio questa.